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Giaggiolo
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Giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus)

Il giaggiolo acquatico è una varietà di iris detto pseudacorus che vive presso le sponde di laghi e fiumi su terreni umidi e melmosi. Il suo nome botanico deriva dal fato che spesso veniva confuso con il calamo aromatico da cui l’appellativo di pseudo. Mentre iris, dal nome greco dell’arcobaleno è dovuto al fatto che questa specie ha fiori multicolore che vanno dal blu, al giallo al rosso. Il suo fiore sboccia fra maggio e giugno ed è di un bellissimo giallo oro ed è privo di odore. Nonostante questa caratteristica attira comunque api o bombi in cerca del suo nettare. Il rizoma fresco veniva usato nel trattamento delle ferite, avendo proprietà cicatrizzanti mentre essiccato era utilizzato nelle tisane come vermifugo e purgativo. In passato era anche usato, grazie alla grande percentuale di tannini nella concia delle pelli.

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Ranuncolo (Ranunculus)

I ranuncoli (genere Ranunculus) sono piante erbacee dai fiori vistosi, spesso associati a prati e aree umide. Sebbene siano meno noti rispetto ad altre piante per il loro rapporto con le api, presentano alcune curiosità interessanti: 1. Impollinazione I ranuncoli sono piante mellifere, cioè producono nettare e polline utili per le api e altri impollinatori. Le api, attratte dai fiori dai colori vivaci (spesso gialli o bianchi), raccolgono il polline e contribuiscono all'impollinazione. 2. Struttura del Fiore I fiori di ranuncolo hanno una forma a coppa, che aiuta a concentrare il calore del sole, rendendo il nettare più accessibile agli impollinatori, soprattutto nelle giornate fresche. Questo calore può attrarre le api, creando un microclima favorevole per l'alimentazione. 3. Polline di Qualità Il polline dei ranuncoli è nutriente per le api, contribuendo allo sviluppo delle larve all'interno dell'alveare. 4. Fioritura Strategica I ranuncoli spesso fioriscono in primavera e inizio estate, un periodo critico in cui le api iniziano a cercare risorse dopo l'inverno. 5. Compatibilità con le Api Selvatiche Non solo le api mellifere, ma anche molte specie di api selvatiche visitano i ranuncoli, contribuendo alla biodiversità locale. Avvertenze: Nonostante la loro utilità per le api, i ranuncoli contengono sostanze tossiche (come la protoanemonina) che possono essere irritanti per alcuni animali e per l'uomo. Tuttavia, questa tossicità non sembra influire sulle api, che li frequentano senza problemi.

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Rose (Rosa)

La rosa comune è conosciuta botanicamente come Rosa gallica, una delle specie di rose più antiche e coltivate. Tuttavia, il nome botanico può variare a seconda della varietà o del tipo di rosa che si intende. La Rosa damascena è un’altra varietà famosa, coltivata soprattutto per la produzione di essenze profumate. Curiosità: Origine antica: La Rosa gallica è originaria dell'Europa e del Medio Oriente ed è stata coltivata sin dall'antichità. È anche conosciuta come "Rosa di Francia". Usi medicinali: In passato, la Rosa gallica veniva utilizzata in medicina per le sue proprietà antinfiammatorie e curative. Profumo: La Rosa damascena, conosciuta anche come "Rosa di Damasco", è una delle rose più celebri per la produzione di olio essenziale grazie al suo profumo intenso. Simbolismo: La rosa ha avuto un forte valore simbolico in molte culture, rappresentando amore, bellezza, ma anche segretezza (da cui l'espressione "sub rosa", cioè "in segreto"). Genetica complessa: Le rose moderne sono il risultato di complesse ibridazioni che hanno coinvolto molte specie di rose selvatiche, come la Rosa chinensis e la Rosa moschata. Le rose sono anche famose per la loro adattabilità e per il fatto che ne esistono migliaia di varietà con diverse forme, colori e profumi.

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Menta acquatica (Mentha aquatica)

Conosciuta anche come menta d’acqua è una pianta perenne che a differenza della sua omonima piperita non secca in inverno per poi rinascere in primavera. Mantiene infatti i suoi gambi verdi e fiorisce proprio con l’avvicinarsi dell’inverno assicurando alla api nutrimento proprio quando inizia a scarseggiare. Si adatta bene a tutti i climi l’importante è che ci sia una palude, un acquitrino, un canale o un fiume. In passato, in Piemonte, era piantata proprio lungo i canali per consolidarli, grazie al suo sviluppo radicale. Il suo gradevole profumo era percepibile a metri di distanza ed era anche un deterrente per molti insetti fastidiosi come le mosche. In passato poi veniva anche raccolta in mazzetti per tenere lontano dai granai i topini. La propagazione della pianta che ha tendenze invasive, oltre che con le radice si diffonde grazie al fatto che i semi hanno un appendice oleosa che attrae le formiche. Queste prendono i semi per portarli al nido ed una parte di essi poi germina.

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Palma nana o di S.Pietro (Chamaerops humilis)

La palma di S. Pietro o Palma nana è una specie tipica della macchia mediterranea. Il suo polline giallo che si forma in grappoli fa letteralmente impazzire le api che trovano nutrimento quando è il momento di spingere la covata. Successivamente la palma darà vita a dei frutti tondi, delle drupe carnose di colore ocra tendente al rossiccio. Il suo uso è prettamente ornamentale e si trova in praticamente in tutte le case, legata alla simbologia cristiana. Infatti le sue foglie vengono agitate all’ingresso di Gesù a Gerusalemme ed è l’immagine del trionfo della fede in Cristo e sulla morte.

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Verbena delle farfalle (Verbena bonariensis)

Conosciuta anche con il nome di Verbena di Buenos Aires per via della sua origine sudamericana. Il nome Verbena deriva dal latino e significa Ramo Sacro poiché una varietà la Officinalis veniva usata a scopi rituali e medici soprattutto dai druidi celtici. Il nome celtico era Ferfein da cui deriva Verveine il nome con cui si indica il liquore fatto con questa pianta. Questa varietà che non ha nessun scopo terapeutico o liquoristico si trova infatti allo stato selvatico dalla Colombia fino all’Argentina. E’una pianta fondamentale per gli insetti impollinatori poiché la sua fioritura inizia a maggio e finisce in autunno inoltrato. E’ particolarmente amata dalle farfalle e per questo detta colloquialmente Verbena delle Farfalle. Una delle sue caratteristiche è di avere lo stelo quadrato, mentre se non viene potata annualmente sviluppa un fusto legnoso.

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Calamo (Acorus calamus)

L’ Acorus calamus o calamo aromatico è una pianta palustre costituita da un rizoma e da foglie lunghe e sottili che se stropicciate sprigionano un intenso profumo di mandarino. Non dobbiamo però confonderla con il calamo comune che in greco vuol dire canna, quelle che vediamo crescere nelle paludi e che noi usavamo per sostenere pomodori e uva. La leggenda sul calamo è troppo bella per non essere narrata, inoltre la specie aromatica deriva da essa. Nella mitologia greca Calamo era un bellissimo giovane, figlio di Meandro, una divinità fluviale. Questi si innamora di un suo coetaneo, Carpo, figlio di Zefiro, personificazione del vento. Durante una gara di nuoto, proprio a causa del vento contrario, Carpo affoga e Calamo si lascia annegare anch’esso pregando Zeus che lo facesse ricongiungere con il suo amante. Il dio, toccato dal suo dolore, lo trasformò in una pianta palustre. In primavera produce un’inflorescenza a forma di pannocchia marroncina. Il rizoma è ampiamente usato in liquoristica per il suo profumo agrumato ma in dosi piccole poiché contiene la cumarina un principio blandamente tossico per il fegato in grosse quantità. Dimostrazione ne sia che viene usata anche con scopi officinali per curare le coliche ed i disturbi del fegato. Come diceva Paracelso è la dose che fa il veleno.

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Trifoglio gigante (Trifolium repens giganteum)

Il trifoglio è una pianta utilissima sia per le api che per l’ecosistema dell’uomo. La lunga fioritura da luglio alla fine di settembre assicura nutrimento alle api inoltre essendo un infestante si trova facilmente dai prati alle rotonde stradali dei paesi. Come molte altre leguminose il trifoglio ospita fra le sue radici batteri in grado di fissare nel terreno l’azoto atmosferico che diventa un ottimo concime una volta che si opera la rotazione delle colture. Inoltre è ricco di proteine vegetali cosa che ne fa uno delle migliori specie per il foraggio degli animali erbivori, in special modo le mucche. Nelle recenti indicazioni per gli allevatori c’è proprio il consiglio di un ritorno alla coltivazione del trifoglio insieme al cicorino ed alla piantagine. Si è notato infatti che il consumo del trifolgio fa aumentare del 10% le proteine contenute nel latte.

Ranuncolo
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libro sulle api il re era una regina di Fulvio Piccinino

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