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Calicanto
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Calicanto (Chimonanthus praecox)

Questa pianta ha una fioritura precoce ed assicura, insieme al gelsomino d’inverno il nutrimento necessario alle api che escono per i primi voli verso febbraio. Di origine cinese, il Chimonanthus , questo il suo nome botanico, fu coltivato durante la dinastia Song, intorno all’anno Mille, e ispirò molti poeti aulici dell’XI secolo per le sue caratteristiche ovvero la ripresa della vita dopo la lunga pausa fredda. Infatti fiorisce durante il capodanno cinese, per noi il 10 febbraio e viene detto anche Festa di Primavera. I rametti fioriti vengono usati come ornamenti per i capelli per il loro significato augurale di rinascita. Nei secoli passati, a livello famigliare, i petali venivano essiccati e conservati per profumare gli armadi della biancheria. L’arbusto fu introdotto nei giardini giapponesi dalla Cina all’inizio del periodo Edo (probabilmente intorno al 1630) mentre un secolo dopo abbiamo la sua introduzione nei giardini europei. La data è conosciuta con precisione: nel 1766, fu coltivato per la prima volta nelle serre del giardino botanico del conte di Coventry a Croome Court nel Worcestershire. Nel 1799 l’arbusto fu trapiantato all’aperto, senza alcuna protezione invernale e si dimostrò resistente al freddo dell’inverno inglese. Per questo, il conte di Coventry prese la decisione di regalare qualche talea ad amici vivaisti e fu così che il calicanto si diffuse poi gradualmente in tutta Europa.

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Sommacco (Rhus coriaria)

Il sommacco è un arbusto che può raggiungere altezze considerevoli fino a 3 m fiorisce tardivamente e per un lungo periodo da maggio ad agosto aiutando in questo modo le api a nutrirsi anche quando molte fioriture tradizionali di questi luoghi sono già terminate i fiori sono caratteristici ed assomigliano a delle pannocchie mentre i frutti non vanno consumati freschi perché sono velenosi originaria del bacino Mediterraneo. Ebbe grande diffusione in Sicilia dove si dice che sia stato introdotto dal garibaldino Giacinto Carini per poi diffondersi gradatamente anche nel Nord Italia. I frutti devono essere raccolti prima che raggiungano la perfetta maturazione e vanno fatti essiccare ed una volta che sono stati tritati danno origine a una spezia dal sapore rinfrescante moderatamente acidulo che ricorda quello del limone. Da noi il suo utilizzo è praticamente sconosciuto mentre nel Medio Oriente libanesi siriani iracheni e turchi la utilizzano per condire pesce insalate ed anche il kebab. I semi trattati in questa maniera hanno doti antiossidanti tra le più elevate in natura 73 volte più potente di una mela da sempre considerata una dei migliori rimedi. Un tempo la corteccia veniva utilizzata in questi paesi anche per la concia delle pelli poiché se ne estraevano tannini utili per questo processo.

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Nespolo giapponese (Eriobotrya japonica)

Questa pianta come dice il nome è originaria del Sol Levante ed appartiene alla famiglia delle rosaceae. Si ritiene che sia però originaria della Cina e sia stata portata successivamente in questo paese. Viene coltivata alle nostre latitudini come pianta ornamentale anche se produce un ottimo frutto che però non va confuso con la nespola comune o germanica che si coltiva da molto più tempo in Europa. Il primo esemplare di questa pianta arrivò in Europa all’inizio del 1800 e fu piantata nell’orto botanico di Parigi nel 1784, tre anni dopo fu portata a Londra ai Kew gardens nel 1787. La fioritura di questo albero avviene durante l’inverno, da ottobre a febbraio, da qui la scelta di metterlo all’interno di questo giardino nella speranza che le api possano uscire a bottinare grazie a un clima piuttosto mite. I migliori risultati si hanno però lungo la costa tirrenica, in special modo in Liguria ed in Sicilia. La maturazione dei frutti, aciduli e rinfrescanti, è invece da maggio a giugno. In passato si usava anche fare un decotto con le foglie a scopo diuretico e digestivo.

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Spirea giapponese (Spiraea japonica)

La Spirea giapponese (nome botanico Spiraea japonica) è una pianta ornamentale molto popolare per i giardini, grazie alla sua fioritura abbondante e alla sua facilità di coltivazione. Ecco alcune curiosità interessanti su questa pianta: - Fioritura spettacolare: La Spiraea japonica produce fiori in grandi corimbi piatti o arrotondati, solitamente in tonalità rosa o bianco, durante l'estate. La fioritura è molto abbondante e attrae numerosi insetti impollinatori, come api e farfalle. - Resistenza e facilità di cura: È una pianta estremamente resistente, che si adatta bene a una vasta gamma di condizioni climatiche e di suolo. Richiede poca manutenzione e può essere facilmente potata per mantenere la forma desiderata. - Uso nei giardini giapponesi: Come suggerisce il nome, la Spiraea japonica è originaria del Giappone e di altre parti dell'Asia orientale. È spesso utilizzata nei giardini giapponesi tradizionali per la sua forma compatta e la sua capacità di creare bordature naturali. - Varietà decorative: Esistono diverse cultivar di Spiraea japonica, come la varietà 'Goldflame', che si distingue per il colore dorato delle foglie durante la stagione primaverile, o la 'Anthony Waterer', nota per i suoi fiori rosa scuro. Proprietà medicinali antiche: In alcune tradizioni erboristiche, soprattutto in Asia, la Spirea è stata usata per le sue presunte proprietà medicinali, come rimedio per disturbi gastrointestinali e reumatici. - Pianta invasiva in alcune aree: In alcune regioni del mondo, la Spiraea japonica è considerata una pianta invasiva, poiché tende a diffondersi rapidamente e a competere con le specie vegetali locali. Questa pianta è apprezzata sia per il suo valore estetico che per la sua robustezza, rendendola ideale per giardini ornamentali e paesaggistici.

Sommacco
Nespolo
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