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Camedrio
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Camedrio femmina (Teucrium fruticans)

Pianta originaria del Mediterraneo occidentale dove forma magnifiche siepi ma si adatta bene comunque anche al clima continentale. I suoi fiori blu sono tra i più graditi alle api. A differenza del camedrio scordium che troviamo all’interno di questo giardino non viene utilizzato come pianta per la produzione di liquori non avendo al suo interno nessun principio aromatico.

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Mahonia (Mahonia japonica)

Come dice il nome è originaria del Giappone dove è utilizzato come pianta ornamentale per via dei suoi colorati fiori. In passato era anche usata per produrre siepi difensive, di case e fortezze per via delle sue foglie spinose. E’ una pianta cespugliosa della stessa famiglia dell’agrifoglio che può arrivare anche a 2 metri di altezza. Fiorisce a fine inverno e rappresenta uno dei primi nutrienti degli insetti impollinatori.

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Biancospino (Crataegus monogyna)

Era considerato l’albero delle fate poiché si diceva che con una paziente osservazione prima o poi se ne sarebbe vista qualcuna nei pressi della pianta. Nell’Antica Roma era considerata un talismano in grado di proteggere dalle avversità infatti era spesso utilizzato come ornamento degli altari nuziali. In tempi più moderni, sempre per questo motivo qualche rametto era messo a decorazione delle culle dei bambini appena nati. E’ una delle piante più gradite alle api ma anche utile all’uomo, specie nel recente passato. Il suo legno, denso e pesante era un apprezzato combustibile durante l’inverno. Vista la sua conformazione, fatta di rami fitti dotati di spine, era una delle piante preferite per delimitare i terreni delle diverse proprietà. Il Biancospino era anche utilizzato a scopo medico. Nell’Epoca Classica viene citato da Teofrasto e Dioscoride e poi da Mattioli nel Cinquecento per le sue doti sedative ed anti spasmo, così come può essere usato per problemi cardiaci poiché dilata le coronarie. Viene citato da Giovanni Pascoli nella poesia Valentino e da Fabrizio De Andrè nella canzone Inverno.

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Arancio trifogliato (Citrus trifoliata)

L’arancio trifogliato appartiene alla famiglia delle rutacee e si distingue dalla varietà edibile per il suo frutto coperto da una leggera peluria. Può essere coltivato, per la sua resistenza al freddo anche alle latitudini del nord Italia, fatali alla specie che tutti conosciamo per i suoi frutti succosi e dolci. Al contrario i suoi frutti sono amari ed hanno un eccesso di semi ma hanno nella scorza una buona quantità di oli essenziali che ne fa un ottimo frutto da liquore, marmellate e per profumeria. Veniva usato, in passato come bordura dei campi poiché formava siepi impenetrabili per via delle sue acuminate spine.

Mahonia
Biancospino
Arancio

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libro sulle api il re era una regina di Fulvio Piccinino

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